DESCRIZIONE SENTIERO
Sentiero turistico che parte dalla zona vecchia del paese di Pove, ha due accessi, uno da via Albertoni e uno in via Fusari. Si presenta come una mulattiera larga con una pavimentazione a sassi ben tenuta in quasi tutto il tracciato, alcuni tornanti rendono la salita più agevole. Dopo circa 500 metri si trova un bivio dove, girando a destra ci si collega con il sentiero del Cornon, mentre continuando a sinistra si procede con il sentiero della Bastia. Distanza totale di 1430 metri con un dislivello di 242mt, tempo di percorrenza di circa 40min
DESCRIZIONE STORICA
Il Monte Bastia è l’ultimo promontorio della dorsale dei Colli Alti che, scendendo verso il Brenta, sbarra a sud l’orizzonte del paese. La sua sommità (m.410 s.l.m.) si presentava piana e priva di vegetazione e permetteva un’ampia visuale da cui si dominava sia il canal del Brenta che Bassano e la pianura Vicentina. Sono state rinvenute tracce di uno o forse anche più castellari o fortificazioni medioevali, che servivano da posti di avvistamento a guardia della valle. Questa sommità segna il confine fra Pove e Solagna. È qui presente la testimonianza storica di un’antica pietra, risalente probabilmente al 1300 con incisa una croce dei Templari. In passato il sentiero era chiamata strada comunale Ezzelina e serviva alle contrade più a nord del paese a raggiungere il sentiero del Cornon e quindi la montagna.
Ezzelino III “il Tiranno” trovò qui a Pove un’ottima postazione militare nel Cornon, un’altura dalla quale si domina sulla vallata, infatti dove già si trovavano resti di una torre romana, questa fu da lui ricostruita, ingrandita e maggiormente fortificata. Alla fortezza si accedeva per una mulattiera “Sul Cornon re Zalin aveva splendida dimora, fastosa e opulenta. E quando vi andava a villeggiare ci saliva con pompa sfarzosa, con carrozza e seguito, avendo affianco sua moglie, per una larga e comoda strada selciata”. A lui piaceva trascorrere le estati in questa dimora perché soffia sempre un bel vento fresco. Una leggenda narra che portasse nelle carrozze il suo tesoro e lo nascondesse poi all’interno di alcune gallerie scavate nella montagna, alcune arrivavano fin giù nel castello di Solagna, una si dice arrivasse dirittura fino al suo castello al colle di Ezzelino a Romano. La leggenda del Cornon narra che “d’inverno quando infuria la tregenda e il bosco geme sotto le sferze del vento, sulla sommità si vedono vagolare arcani bagliori e, tra alberi strane ombre agitarsi scomposte, mentre urla spaventose si ripercuotono fino in fondo alla valle: è re Zalin che ricompare con al suo fianco il demonio e un seguito di anime dannate, per proteggere il suo tesoro.”
La Bastia era collegata da una muraglia ad una torre in riva al Brenta che fungeva da sbarramento della via a fondo valle, e al castello fatto erigere da Ezzelino III a Solagna. Successivamente serviti a tutte le dominazioni interessate al controllo della valle e del suo territorio: agli Scaligeri, ai Padovani e ai Veneziani. Nel 1370 Francesco di Carrara, signore di Padova, restaurò la rocca e la spina muraria, visibile ancor oggi, alla torre sul Brenta a Solagna. Nella guerra tra Veneziani e Padovani (1370-1378), la Bastia finirà in mano ai Veneziani e poi ai Padovani. Nel 1404, con l’avvento della dominazione di Venezia, essa passerà in mano ai Veneziani che la ricostruiranno per poi abbandonarla subito dopo. Il giorno 8 settembre del 1796 Napoleone Bonaparte, scendendo verso Bassano, mise in fuga il presidio Austriaco attestato alla torre.