Il paese di Pove del Grappa è posto all’imbocco della valle del Brenta che permette il passaggio alle terre del nord fin dai tempi della preistoria, e ai piedi del Monte Grappa, teatro di eroici fatti d’ arme che hanno reso la montagna sacra alla patria.
Pove è sempre stato un luogo di passaggio per mercanti, pellegrini, soldati, banditi, trafficanti di tabacco, ma anche di Papi, imperatori, nobili e illustri personaggi. Nel corso degli anni tra carestie e pestilenze, guerre e inondazioni (“brentane”). II paese non ha avuto una storia facile, però si è sempre risollevato sfruttando le risorse naturali della montagna come: il marmo, lavorato da maestri scalpellini famosi per la loro bravura; il legname per uso proprio, ma anche commerciale, venduto ai nobili dai mercanti veneziani; la produzione di carbone attraverso la costruzione di “poiati”( .cumuli di scarti di legna alti circa 4 metri).
Importante per Pove è anche la coltivazione dell’olivo.: importato dai romani, reso resistente al clima locale, coltivato in ogni angolo di verde del paese, è diventato il simbolo di Pove.
Come viene accennato sopra, l’ attività che ha segnato una svolta per lo sviluppo e l’economia del paese è stata la lavorazione del marmo. Già alla fine del 1500 Pove era nota per la sua pietra ed i suoi marmi. L’arte dello scalpellino raggiunse poi il suo massimo sviluppo alla fine del 1800. I marmi e le pietre che utilizzavano gli scalpellini povesi provenivano dalle loro cave in montagna dove si trovavano marmi di eccellente qualità e di vari colori. Tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, metà paese, tra scalpellini, “cavatori”, “lustradori” e tagliapietre, si guadagnava da vivere sfruttando le risorse di questa importante attività.